PORTOSALVO - PISCIOTTA Circolo Nautico Portosalvo "Girolamo Vitolo" A.S.D.
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Mare che insegna

Marina di Pisciotta, 1° giugno 2024
Circolo Nautico Portosalvo "Girolamo Vitolo"

Incontro con la scuola primaria di Pisciotta

Sabato 1° Giugno, gli alunni della Scuola Primaria di Pisciotta hanno assistito a una lezione unica nel suo genere: una capatina a Marina di Pisciotta per ripercorrere fasi, aspetti e retroscena della nostra pesca locale. A onor del vero, è il secondo anno consecutivo che i bambini si ritrovano a tu per tu col mare per carpirne segreti e valori, spesso passati in sordina. L’attività di stamattina, si inserisce nell’ambito di un ricco percorso sviluppato nel corso dell’intero anno scolastico, dedicato all’alimentazione, curato dai docenti: Anna Pesce, Responsabile della scuola primaria di Pisciotta, e Veneroso Gianluca, che hanno predisposto il Progetto dal titolo: “I colori a tavola”.
Hanno fornito un valido supporto anche le docenti Emanuela D’Agosto, Ruggiero Marianna ed Antonia Cappuccio, nonché l’educatrice Lucia Montuori e la collaboratrice Lucia Agresta.
Dopo una sosta-merenda, a base di pane casereccio, olio rigorosamente nostrano e tonno genuino, Miranda Coppola, in veste di insegnante, che ha collaborato alla realizzazione degli incontri di ampliamento dell’offerta formativa pomeridiana del suddetto progetto alimentare, nonché di "vox loci", ci ha illustrato cosa si cela "dietro" un comune vasetto di tonno, invitando i bambini ad apprezzare le produzioni alimentari che fioriscono sul territorio di appartenenza, ma a riflettere, d'altro canto, sull'impatto ambientale giocato da talune attività (la pesca dei tonni, tra queste) sugli equilibri biologici, indi, sulla salvaguardia dell' habitat marino.
In un secondo momento ci siamo spostati presso la sede del Circolo Nautico, dove il presidente dott. Pasquale Grimaldi, il maestro d'ascia Giovanni Cammarano e il pescatore Massimo Coppola hanno catturato il cuore e l'attenzione dei piccoli uditori convenuti. Giovanni, con zelo e passione degni di chi fa di una professione un'impareggiabile cifra identitaria, ci ha coinvolti in un viaggio multisensoriale dai confini allettanti.
Un viaggio che fa luce sul primissimo step della vita marittima: la costruzione di una barca. La struttura tipica del gozzo - come il nostro maestro d' ascia ha sapientemente illustrato - richiede una meticolosa selezione di materiali e tecniche. Oltre a tipologie di legno quali il gelso e l'olmo, il fasciame dei gozzi che solcano il Mare Nostrum richiede un'impalcatura (simile alle costole umane) in pino. La curvatura dei listelli scelti, a sua volta, comporta un surriscaldamento delle fibre centrali, spingendo l'acqua interna a defluire ai lati, in modo da creare questo singolare effetto arcuato senza artifici industriali.
A colpi di phon e tramite modellatura a mano, il prodigioso effetto ha preso vita e forma, in pochi minuti, sotto gli occhi rapiti dei bambini. Gli stessi, poi, hanno sperimentato - sotto la vigile supervisione di Cammarano - la levigatura del legno grezzo, respirando l’intensa fragranza resinosa che questo materiale emana. Suoni, profumi, arnesi, gesti e riti preservati nel tempo ...: tutto come allora, quando la manovalanza - a braccetto col bisogno e nutrita dall'etica del sacrificio- generava opere immensamente uniche.
Usciti dalla sede del Circolo, nello spiazzale antistante, Massimo Coppola - uno dei 10/12 "menaicuoti" ancora attivo a Marina - ci ha (metaforicamente) catturati, brandendo una rete usata per la tanto decantata pesca delle alici di MENAICA, mostrandoci la caratteristica dimensione delle maglie con cui il pesce azzurro resta intrappolato e, più volte, privato della testa in modo da acquisire - madido del suo stesso sangue - un gusto speciale.
Alla stregua di un libro illustrato e denso di annotazioni e didascalie, quella rete ha sciorinato storie e narrazioni storiche, sociali, gastronomiche, biologiche: Massimo, coadiuvato da Alessandro Amendola (giovane testimone di una MARINITUDINE in fieri che conta sulla continuità generazionale), ce ne ha illustrato i rammendi ricuciti a mano, mostrato la foratura dopo l'incursione inattesa di un delfino, definito le misure monumentali (dai galleggianti in superficie A' RIZZA arriva a oltre 10 metri di profondità), misure che un tempo era difficile eguagliare; ci ha evocato un'epoca non lontana in cui le reti erano in cotone e, dopo ogni immersione, imponevano un' asciugatura al sole che consorziava maschi e femmine in un' indistinta simbiosi di energie; ci ha stregati col racconto dei calcoli astronomici che, a occhio e per esperienza, il pescatore effettuava (ed effettua tuttora) per calare la rete a favore di luce.
Ecco che - in meno di due ore - i nostri "pescatori di conoscenza" hanno tratto dagli alfabeti del loro stesso contesto le essenze migliori. Grazie a chi, ancora oggi, mantiene fermo - contro le maree della modernità - il timone della tradizione.

Gianluca Veneroso