Foto concesse dall'Ufficio Storico della
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Sabato 11 agosto 2012, alle ore 18, si terrà presso il nostro Circolo a Marina di Pisciotta il convegno "La battaglia di capo Matapan - Una tragedia umana".
Durante la seconda guerra mondiale, tra il 28 ed il 29 marzo 1941 nelle acque a sud del Peloponneso, fra l'isolotto di Gaudo e Capo Matapan, tra una squadra navale della Regia Marina italiana sotto il comando dell'ammiraglio di squadra Angelo Iachino, e la Mediterranean Fleet britannica (comprendente anche alcune unità australiane) dell'ammiraglio Andrew Cunningham fu combattuta la famosa battaglia di capo Matapan. La battaglia in sé si compone di due scontri distinti: uno combattuto nei pressi dell'isolotto di Gaudo tra la mattina ed il pomeriggio del 28 marzo, ed un secondo al largo di capo Matapan nella notte tra il 28 ed il 29 marzo. Purtroppo, nonostante il valore dei nostri marinai, tra i quali si ebbero 2303 morti, lo scontro fu sfavorevole alle forze italiane, che subirono la perdita dei tre incrociatori Fiume, Pola e Zara, di due cacciatorpediniere e il danneggiamento della corazzata Vittorio Veneto, che comunque riuscì a tornare alla base. Poiché gli inglesi si trovarono nelle acque greche ad attendere la flotta italiana, dimostrando così di conoscere in anticipo le nostre mosse, furono fatte varie ipotesi su questa circostanza. Qualcuno parlò addirittura di tradimento, ma i fatti hanno ampiamente dimostrato che nulla poté macchiare l'onore della nostra Marina. Uno di questi fatti, forse il più importante, fu la decrittazione dei nostri messaggi segreti da parte di una giovane inglese, la diciannovenne Mavis Lever, che, dopo aver interrotto gli studi universitari, si trovò a lavorare presso la centrale operativa impegnata a decifrare i codici italiani in un cottage di Bletchley Park a Londra. L'intuizione della ragazza consentì di individuare il codice segreto utilizzato in quel periodo dalle nostre macchine crittografiche Enigma, altrimenti pressoché inviolabili. Di conseguenza la flotta inglese conobbe in anticipo le nostre mosse e poté ribaltare il fattore sorpresa a suo favore.
Alla battaglia parteciparono tre marinai cilentani, Salvatore Biagini e Beniamino Veneroso di Pisciotta e Francesco Chirico di Eremiti di Futani, il primo imbarcato sulla corazzata Vittorio Veneto e i secondi due imbarcati sull'incrociatore Fiume, affondato durante lo scontro. Francesco Chirico perì nell'affondamento della sua nave dopo aver affidato ad una bottiglia l'ultimo pensiero per la madre e per la Patria (bottiglia ritrovata dopo dieci anni a Villasimius in Sardegna). Salvatore Biagini contribuì a salvare la Vittorio Veneto dall'affondamento riparando le paratie stagne nella sua qualità di Secondo Capo Meccanico. Beniamino Veneroso infine sopravvisse a cinque giorni e cinque notti su una zattera di fortuna, senza acqua né cibo, dalla quale fu salvato dalla nave ospedale Gradisca.
Questo ed altri argomenti saranno trattati nel convegno, il cui programma di massima è il seguente:
- Eugenio Marino, Presidente del Circolo Portosalvo - Benvenuto
- Saluti delle autorità (Sindaci di Pisciotta e di Futani)
- Caterina Veneroso, figlia di Beniamino - Ricordi di un reduce
- Uccio de Santis, Presidente dell' - Cronistoria della battaglia
- Silvio Coccaro - Il ruolo della crittografia
- Paolino Vitolo - Conclusioni
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